Prodotti tipici
Il fagiolone
La coltivazione del fagiolone di Vallepietra, detto anche "ciavattone" in queste terre risale invece alla dominazione spagnola del XVI secolo. La zona, una valle senza uscita completamente circondata da alture, ha un microclima unico, anche grazie alla presenza di numerose sorgenti di acqua purissima, che danno vita ad un piccolo fiume che scorre a valle e che alimenta l'acquedotto del Simbrivio, collegato direttamente con Roma.
La presenza di acqua e l'altitudine hanno permesso di acclimatarsi a questa tipologia di fagiolo, una varietà rampicante che tradizionalmente era coltivata insieme al mais locale agostinella, così chiamato perché raccolto a fine estate, per essere poi macinato nel piccolo mulino ad acqua del paese e diventare farina da polenta. Il seme del fagiolone è grande e ha un colore bianco perlaceo. Grazie ai terreni calcarei la sua buccia è molto sottile. Il tipico segno all'attaccatura del seme al baccello lo differenzia dalla tipologia Spagna, con cui potrebbe essere confuso.
I campi coltivati sono su terrazzamenti che partono dalla parte più bassa della valle e raggiungono le pendici più rocciose. L'acqua sorgiva è stata incanalata e resa disponibile per orti e campi dal lavoro di generazioni di contadini. La coltivazione inizia in aprile e non prevede l'uso di diserbanti o concimi chimici, che potrebbero inquinare le sorgenti.
La raccolta è scalare, a partire da settembre. Dai fiori che si sviluppano per primi e più in basso si seleziona la semente per la semina successive, mentre i restanti sono destinati alla vendita. Per conservare I fagioloni, si aggiunge qualche foglia di alloro e si sistemano in sacchi di iuta, che poi sono collocati in cantine asciutte e fresche.
Si mangia in bianco con olio extravergine e cipolle, oppure condito con sugo di salsiccia e cotenna di maiale o ancora in zuppe e insalate.
Stagionalità: La raccolta avviene in ottobre, il prodotto essiccato è disponibile tutto l'anno.